Il Jobs Act ed il controllo dei lavoratori

Nuove tecnologie e aggiornamenti legislativi sul controllo dei lavoratori

Jobs Act: Ora l’azienda può controllare i dipendenti senza filtro

Computer, tablet, smartphone e badge. Con il Jobs Act, mani libere per il datore di lavoro sul controllo di tutti questi strumenti, senza un precedente accordo sindacale. E sulla base dei dati raccolti, l’impresa potrà prendere provvedimenti disciplinari nei confronti dei dipendenti.

Lo ha messo nero su bianco il governo nel decreto attuativo del Jobs Act, approvato dal governo l’11 giugno scorso, che – di fatto – cancella l’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori sui controlli a distanza: “Accordo sindacale o autorizzazione ministeriale – si legge nel testo – non sono necessari per l’assegnazione ai lavoratori degli strumenti utilizzati per rendere la prestazione lavorativa, pur se dagli stessi derivi anche la possibilità di un controllo a distanza del lavoratore”.

Il datore di lavoro è libero di utilizzare i dispositivi di controllo indiretto, se utili per lo svolgimento della mansione: le informazioni raccolte possono servire per licenziamenti e sanzioni disciplinari e qunto scritto nel nuovo Jobs Act. E meno tutela della privacy per il lavoratore. Questi gli effetti dello schema di decreto legislativo sul lavoro e pari opportunità, attuativo della legge 183/2014, che riscrive la norma sui controlli a distanza, con una deregulation per l’uso di dispositivi necessari per la mansione da cui possa derivare contestualmente un controllo del dipendente.

Invece, per installare impianti audiovisivi e altri strumenti di controllo servono l’accordo sindacale o l’autorizzazione da parte del ministero del Lavoro (per le imprese con più unità dislocate in una o più regioni).

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